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scritta con questi occhifioreil mondo di oz
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EVENTO 10 OTTOBRE 2008 MUSEO PIAGGIO
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xena zupanic 01  |   02  |   03  |   04  |   05  |   06

Ogni volta quando il mio sguardo si posava su di te diventavo un solo occhio. Di giorno l’occhio era la luna, di notte il sole e nel breve intervallo del sogno, la moneta sonante, velata di luce ctonia, irresistibile. Forse così in verità appariva il tuo corpo martoriato, spogliato dall’accidentale, nel letto vecchio e semplice, candido come la tua mente intatta. Dove sei stata? 
Nel tuo corpo quasi immobile, nella mente serpentina, fresca per l’insonnia permanente o galleggiavi nell’aria circostante come gli spiriti immortali?
Da principio non appartenevi a questo mondo collaudato, al suo Logos imperante. Eri un’ombra reale, irraggiungibile, un fantasma materiale saldo e fiducioso nella sua non-esistenza. Quali erano i limiti del tuo corpo, il vero caposaldo della tua mente, la tua resistenza angelica, il tuo slittamento nella divina turbolenza senza fondo? 
Mi hai mai conosciuto? Sicuramente più meticolosamente di quanto io conosca me. Avevi l’aura di una che non muore mai, alla quale è ignoto il mondo della putrefazione. 
Mi hai mai amata? Suppongo più del tuo corpo da eterna fanciulla che inesorabilmente si imbalsamava, un corpo santificato non so da chi, dedito alla crescita eterna, figliale, strettamente consanguinea. La morte è impassibile e tu eri l’eterno vivere che confermava la regola. La morte è forse possibile e qualche volta nella strettoia dei lungi giorni d’agosto, nell’estasi torride, la invocavi. 
Tuo figlio più grande era un maschio trapassato. Non vedesti la sua morte, le sue ultime spoglie. Lo aspettavi al varco, credevi nel suo ritorno trionfale in piena notte, in piena bianchezza funerea del giorno. Tutto è stato invano? Eri la guardiana del limite, del fosso sottile dove si sfiorano morti e viventi. Che cosa aspettavi? Potevi morire innumerevoli volte. Perché resistere fino all’ultimo fuori dal corpo in uno slancio extramentale, in un’estasi sofferente e silenziosa? Quando hai deciso di dire si, quando è maturato il tuo corpo senza mai essiccarsi? Hai visto la pienezza dell’ombra, il sole di mezzanotte?
Chi era l’ultimo, chi il primo nella tua misura panoramica, quando stereoscopica entravi con il corpo leggero e con la mente felicemente bruciata?
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cinzia.chiarini@tin.it  |  2008 con questi occhi